Fashion Show Backstage by Sandro Esposito

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After a long time it happened to be again on a fashion show, I was shooting video with my 5Dmark2 so I had the opportunity to steal some moments and grab few images in the backstage. Sandro Esposito

Ghosts by Sandro Esposito

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When you walk through the corridors of the former mental hospital in Limbiate you can almost hear the voices of the older guests that the hospital housed. Many photographers have already described in pictures this amazing place, probably even better than I did. This is what I saw. By Sandro Esposito

La legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865 affidò alle Province l’onere del mantenimento dei “mentecatti poveri” e della costruzione di pubblici stabilimenti destinati alla cura e custodia di essi. Il primo atto in questo senso dell’Amministrazione provinciale di Milano (1866) fu quello di aprire a Mombello, nella villa Pusterla-Crivelli, una succursale per i cronici del manicomio milanese alla Senavra (precedentemente amministrato dall’Ospedale maggiore), già da tempo sovraffollato. Nel 1878, nonostante il parere contrario degli psichiatri che caldeggiavano la costruzione ex novo di un manicomio. Mombello fu trasformato in manicomio unico provinciale, e tale rimase fino al 1939, quando fu aperto un altro ospedale psichiatrico ad Affori, che si affiancò ad esso.
Istituzione di primaria importanza per l’assistenza psichiatrica in provincia di Milano, il manicomio di Mombello (ora Ospedale psichiatrico Antonini) ospitò contemporaneamente anche più di 2000 degenti. (via siusa.archivi.beniculturali.it)

What’s art ?

Would you define art what you reproduce? I often say that if you look at a photography long enough it will become art, but if I say “my” leaves are art, who created this art?
(ok, I’ll stop drinking beer…)

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Montenapo e i saldi

Continuano a ripeterci che c’è la crisi, la recessione, che il nostro potere d’acquisto si sta riducendo. Non lo avrei detto sabato scorso passeggiando in via Montenapoleone, a Milano. Credo fosse il primo giorno dei saldi e le persone (a naso di varie estrazioni sociali) facevano la coda davanti ai negozi più cari di Milano per comprarsi un capo firmato. Stessa storia in corso Buonos Aires, zona shopping un po’ più popolare. Io ero lì, a fotografare le facce soddisfatte della gente in questo tripudio di loghi e di griffe. Vogliate perdonare i colori forti, un po’ aggressivi, ma questo set l’ho visto così. E si, lo so, dovrei essere più selettivo, ma adoro le facce degli sconosciuti. Fate caso ai dettagli racchiusi in ogni scatto.

L’importante è partecipare

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Domenica scorsa mi è capitata una rarissima libera uscita e, in preda ad una crisi post-adolescenziale, ho deciso di andare a passeggiare in centro, a Milano. Quella sera avrebbe giocato l’Italia e c’era grande aspettativa, l’atmosfera era piuttosto calda, la gente euforica, i tifosi incontenibili. Adoro cogliere momenti in immagini, specie quelli nei quali succedono tante cose contemporaneamente, spesso a margine fotogramma dove l’attenzione va un po’ guidata e io, che sono senza scrupoli, rispetto la regola che qualcuno ha inventato tempo addietro: “Se le tue foto non sono abbastanza buone significa che non sei abbastanza vicino”. Nonostante questo tripudio di colori e di bandiere ho deciso comunque di “vedere” in bianco e nero quella giornata. Qui c’è qualcuna delle tante foto che ho scattato. Ah, l’esito della partita lo sapete oramai tutti.

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La ricerca della perfezione

Non sono mai soddisfatto dell’aspetto del mio blog. E chi se ne frega, direte voi. A me frega.
Ogni qual volta wordpress butta fuori un nuovo tema corro a testarlo sul mio blog, nella speranza che si adatti bene allo stile e al tema dei miei post. Non funziona quasi mai, c’è sempre qualche piccolo difetto che alla fine mi fa desistere. Tranne oggi, quando in casella di posta spunta il nuovo tema che vedete circondare queste parole. Certo quell’arancione…

Lo so, disorienta vedere qualcosa come un blog che cambia faccia, un po’ come quando un miope cambia la montatura degli occhiali, c’è sempre qualcosa di strano nella sua faccia, poi però ci si abitua. Basta non cambiare troppo spesso.

Detto ciò mi farebbe piacere avere una vostra opinione sul nuovo tema/interfaccia da me scelto per il blog, commentate senza pietà, vi prego.

Approfitto per comunicare che, non so bene quando, farò il salto linguistico necessario a raggiungere un pubblico più ampio. Non sono sicuro se potrò farlo sempre qui su wordpress, che se pur gratuito e con delle feature eccezionali (mi sto allenando con la lingua) limita ciò che si può pubblicare e impedisce, a mio avviso, la crescita del blog. Ma siccome mi annoio facilmente e mi piace fare le cose in grande prima o poi farò questo passo. Lo verrete a sapere sia dal blog stesso che via email, per coloro che mi seguono (grazie a tutti voi), e se vorrete seguirmi anche su un altra piattaforma mi farà un immenso piacere.

UPDATE: Sono ritornato al vecchio tema, i commenti e l’alcol mi hanno convinto 🙂

La ricerca del colore

La ricerca del colore e della forma che si nasconde intorno a noi è un esercizio per allenare l’occhio a cercare, nelle cose di tutti i giorni, ciò che con un punto di vista differente può essere un immagine insolita. Dieci minuti con una fotocamera digitale di 8 anni fa, nel raggio di 6 metri dalla mia scrivania, nell’era della “fotocamera ovunque”, anche nel bollitore del tè, è un modo insolito per sbarazzarsi della pasquetta.

Visita il blog di Sandro Esposito.

Nel backstage della sfilata

Su “richiesta” sono andato a ripescare delle foto fatte nel backstage di una sfilata di moda, siamo nel 2005, all’epoca facevo le riprese e mi trovavo dietro le quinte con in mano la mia prima reflex digitale e un 70-200, oggi andrei a fare la stessa cosa con un grandangolo, amo includere il contesto nelle foto, ma a quei tempi ero un po’ più voyeur e un po’ meno sfacciato. Nel backstage c’era sempre un gran casino, ma un casino rilassato, la vera tensione si cominciava ad avvertire una decina di minuti prima dell’inizio della sfilata. Più che per andare a guardare le modelle, ricordo, si transitava dietro le quinte per piluccare un tramezzino o un caffè al buffet, era una delle poche occasioni di cibarsi nella giornata.

Quando faceva freddo

Normalmente non sono tipo da landscapes ma quel giorno faceva cosi freddo che si era ghiacciato tutto e il paesaggio, insolito per la provincia di Milano, sembrava fermo nel tempo, ho dovuto per forza fare qualche foto.

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